Da anni stiamo assistendo ad una vera e propria invasione del nostro ecosistema marino da parte di materiali plastici, un pericolo per il nostro ambiente e la nostra salute.
UNA MONTAGNA DI PLASTICA, MA DA DOVE VIENE?

Nonostante si definisca “rifiuto marino”, gran parte della plastica accumulata nei mari è prodotta nelle nostre case, generata da attività quotidiane, ma anche di tipo industriale, discariche abusive e attività di smaltimento scorrette.

Tutti i paesi ne sono responsabili: il maggior produttore in assoluto è la Cina, responsabile secondo i dati dell’Associazione europea dei produttori di plastica della produzione del 29% del totale delle materie plastiche. L’Asia nel suo complesso produce la metà della quantità di plastica mondiale. Al secondo posto troviamo l’Europa (19%), seguita dal Nord America (18%).

PLASTICHE E MICROPLASTICHE: COSA TROVIAMO IN SPIAGGIA (E IN MARE)

Ma quali sono in concreto i singoli protagonisti di questa invasione? Si tratta di sacchetti di plastica (di ogni uso e dimensione) bottiglie e tappi, cotton fioc e mozziconi di sigaretta. Moltissimi i contenitori: flaconi vari, taniche, ceste.
Ma sono le microplastiche, particelle inferiori ai 5mm prodotte dalla frammentazione di oggetti, a raggiungere nel Mediterraneo concentrazioni record, quasi 4 volte superiori a quelle registrate nell’ “isola di plastica” del Pacifico settentrionale. Entrando nella catena alimentare, questi frammenti minacciano un numero ancora maggiore di specie animali e mettono a rischio anche la salute umana.

L'INQUINAMENTO DELLA PLASTICA NEGLI OCEANI: UNA CRISI GLOBALE

Grandi rifiuti di plastica o microplastiche sono stati rilevati ad ogni angolo del pianeta e l’inquinamento degli oceani sta assumendo le proporzioni di una crisi globale. Si stima che circa 8 milioni di tonnellate di plastica vengano scaricati negli oceani ogni anno, generando una minaccia sempre più crescente.
Se non verranno presi provvedimenti drastici in breve tempo, nel 2050 negli oceani ci sarà più plastica che pesce. La plastica avrà un impatto drammatico sulla vita di tutti gli animali marini: pesci, delfini, balene, tartarughe marine e uccelli marini rimangono quotidianamente intrappolati, si ammalano, o vengono strangolati e uccisi.

IL MAR MEDITERRANEO E L'ISOLA DI PLASTICA: STORIA DI UN'INVASIONE

La quantità di plastica presente nel “Mare Nostrum” sta assumendo proporzioni bibliche: la concentrazione dei rifiuti nel Mediterraneo sta raggiungendo i livelli delle isole galleggianti negli Oceani, trasformandolo in una vera propria “trappola di plastica”. In questo mare, che rappresenta solo l’1% delle acque mondiali, si concentra il 7% della microplastica globale. Ogni giorno 750 tonnellate di plastica finiscono nel nostro mare, 570 mila tonnellate all’anno (33 mila bottigliette d’acqua). Nel Mare Nostrum la plastica rappresenta il 95% dei rifiuti e il 90% dei danni alla fauna selvatica è causato da oggetti di plastica e microplastica.
I paesi mediterranei che disperdono più plastica nel Mediterraneo sono la Turchia (144 tonnellate al giorno), seguita da Spagna (126), Italia (90), Egitto (77) e Francia (66).

SALVIAMO IL MARE DALL'INQUINAMENTO DELLA PLASTICA: IMPEGNI CONCRETI

Nella nostra quotidianità è diventato fondamentale prendere impegni concreti per contrastare l’inquinamento delle nostre acque, nazionali e internazionali (http://assets.wwfit.panda.org/downloads/plastics_med_finale_italia_def_low.pdf)
Ormai improrogabile riuscire a ridurre i rifiuti di plastica e sostenere un’economia davvero circolare, che preveda un minor uso di imballaggi e il corretto riciclo e riuso di questi oggetti: sarà quindi fondamentale sviluppare una strategia efficace per l’industria volta ad eliminare completamente la dispersione della plastica nell’ambiente.
Sarà altrettanto importante raggiungere il 100% di imballaggi di plastica riciclati entro il 2030 e mettere al bando l’uso di plastica monouso, oltre ad adottare politiche aziendali a “rifiuti zero” nei processi produttivi.
Ma le più importanti misure in questo senso dovranno essere prese dai singoli, nella vita di tutti i giorni e in ogni occasione: scegliere oggetti realizzati con materiali naturali e biodegradabili, evitare l’utilizzo di prodotti monouso ed essere scrupolosi nella raccolta differenziata, seguendo in modo civile e responsabile le indicazioni del proprio Comune o della propria città.
Sostenere le aziende serie e certificate contribuirà a ridurre l’inquinamento e rappresenta un modo concreto di pensare ai nostri mari, e più in generale all’ambiente e al futuro delle prossime generazioni.